Preammortamento mutuo: calcolo e spiegazione
Cos’è e come funziona il preammortamento mutuo
In questo approfondimento cercheremo di analizzare tutti gli aspetti relativi al preammortamento mutuo. Con questa espressione ci si riferisce ad una formula che si trova spesso nei contratti di mutuo. Il termine indica il periodo antecedente l’ammortamento vero e proprio, in cui viene applicato una sorta di ‘’particolare’’ tasso di interesse. In seguito chiariremo meglio cosa si intende.
Per ora ci basta capire come si compone la rata per il pagamento del mutuo, perché ci tornerà utile per capire il preammortamento.
Sappiamo che ogni mutuo prevede un piano di ammortamento, ossia un piano per la restituzione graduale del finanziamento ottenuto. La restituzione avviene tramite il pagamento di rate, che possono essere mensili, bimestrali o trimestrali. Una rata è composta da una quota di interessi (che rappresentano ‘’il costo’’ del mutuo) e da una quota capitale (corrispondente al valore dell’importo ottenuto come finanziamento).
Chiarito questo, entriamo ora più nel dettaglio per capire cosa effettivamente si paga nel preammortamento e se è o meno conveniente.
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Preammortamento mutuo: cos’è?
Come già anticipato, il preammortamento è una formula bancaria che fa riferimento agli interessi maturati tra il giorno della stipula del contratto e il pagamento effettivo della prima rata del mutuo.
Difficilmente, infatti il giorno della stipula del mutuo e quello della scadenza del pagamento coincidono. Il preammortamento, quindi, altro non è che il pagamento in piccole rate di soli interessi e non riguarda il rimborso del debito effettivo.
Più o meno quello che si verifica con i dietimi in caso di estinzione anticipata del muto, solo che la ratio del preammortamento si basa sul calcolo degli interessi derivanti da una traslazione di giorni tra la stipula del contratto di mutuo e la scadenza della prima rata. Una traslazione che può essere voluta dal mutuatario, ma che, più di frequente, nasce da alcune necessità della banca.
Quando e perché chiederlo
Posto in questi termini, il preammortamento potrebbe apparire svantaggioso. In realtà, esso è utile quando, ad esempio, si ha intenzione di far coincidere il pagamento della rata effettiva del mutuo con un determinato giorno. Ma non solo: infatti, il preammortamento è uno strumento utile tanto al mutuatario quanto alla banca.
- Per il mutuatario, come abbiamo appena accennato, è utile quando ha l’esigenza di ritardare il pagamento della prima rata del mutuo e versando nel mentre rate meno onerose salvo decida, in accordo con la controparte, di sommare questo periodo a quello di ammortamento del mutuo.
- Per la banca quando vuole garantirsi l’incasso di una parte degli interessi nei casi in cui ha dubbi circa la capacità di assolvenza da parte del mutuatario o per venire incontro alle difficoltà economiche dello stesso.
Quest’ultima è la tipica ipotesi di mutui subprime, una particolare tipologia di mutuo in cui al mutuatario che ha avuto in passato problemi di insolvenza o si trovi in difficoltà economica, vengono applicati tassi di interesse più alti. In questo caso la banca solitamente opta per il preammortamento, concedendo una dilazione del pagamento (anche fino a 5 anni) previsto dal piano di ammortamento, ma pretendendo che vengano rimborsati nel mentre gli interessi.
Pensiamo anche al caso di un’impresa in fase di avviamento: il preammortamento del mutuo le consentirebbe di pagare all’inizio rate più basse e far fronte così ad altre spese. Ovviamente, bisogna tener conto che se da un lato può risultare vantaggioso, dall’altro comporta un aumento dei costi del mutuo. Questi ultimi due casi rientrano in quello che viene definito preammortamento finanziario, che si distingue da quello tecnico per alcune caratteristiche che vedremo meglio in seguito. Ora invece concentriamoci su come si calcola il preammortamento.
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